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Maratona tra leggenda e realtà

La leggenda della battaglia di Maratona, la storia di Filippide che correndo da Maratona ad Atene ispirò la moderna corsa delle Olimpiadi.

Filippide l’uomo che corse da Maratona ad Atene. La leggenda di Maratona

La battaglia di Maratona

Nel settembre del 490 a.C. un soldato corse a piedi nudi in direzione di Sparta, chiedendo aiuto per fronteggiare il potente esercito imperiale di Persia che minacciava la Grecia.

Era partito da Maratona, che è ad est di Atene e il cui nome significa finocchio, che in quella città cresceva abbondantemente. L’ emerodromo o messaggero corridore, si chiamava Filippide. Coprì 260 chilometri di terreno accidentato in meno di due giorni.

Quindi tornò, combatté e partì di nuovo. Questa volta per Atene, per portare la buona notizia che i greci avevano vinto contro gli invasori persiani nella battaglia di Maratona.

L’impresa

In quell’occasione, Filippide ha corso per circa 40 chilometri che separano Maratona da Atene. Dopo aver compiuto la sua missione, con le sue ultime forze, sarebbe morto davanti ad Atene al grido di nenikekamen o nike, che significa abbiamo vinto.

L’impresa di Filippide, ispirerà uno degli eventi più estenuanti delle Olimpiadi, che prende il nome dalla città: la Maratona.

Tuttavia, ci sono dubbi su quanto ci sia di vero nella leggenda di maratona. In effetti, molti esperti si riferiscono a questa storia come a una leggenda romantica.

filippide maratona

Maratona fra mito e realtà

Sebbene in realtà la vittoria abbia solo ritardato la marcia imperialista persiana, a Maratona per la prima volta è stato dimostrato che la potente Persia poteva essere sconfitta.

La battaglia, passò alla storia come il momento in cui le città-stato greche mostrarono al mondo il loro coraggio e conquistarono la loro libertà.

La sconfitta, di una forza d’invasione inviata dall’uomo più potente del pianeta in quel momento, il re dei re di Persia, Dario I il Grande, per mano di un esercito ateniese molto più piccolo, è una delle imprese più spettacolari della storia militare.

Le notizie che giungono ai nostri giorni le dobbiamo ad Erodoto. Considerato da Cicerone padre della storia, che nei suoi scritti ci parla della corsa di Filippide a Sparta per chiederne l’appoggio nella prima guerra persiana.

L’autore della leggenda

La leggenda più nota successivamente, quella della corsa di Filippide da Maratona ad Atene, non fu però opera di Erodoto, ma comparve per la prima volta in un’opera di Plutarco composta nel I secolo: Sulla gloria degli Ateniesi.

Se l’impresa di Filippide sia vera o meno, rimane ancora oggi un punto interrogativo.
Gli storici ritengono che questa leggenda sia solamente una fusione della reale corsa fino a Sparta e la faticosa marcia da Maratona ad Atene. Compiuta dagli Ateniesi dopo la battaglia contro i Persiani.

stadio panathinaiko

La Maratona moderna

Ai primi Giochi Olimpici moderni tenuti ad Atene nel 1896, gli organizzatori erano alla ricerca di un grande evento che ricordasse la gloria dell’antica Grecia. Nacque così l’idea del mito di Filippide e della Battaglia di Maratona.

La prima maratona olimpica, si tenne il 10 aprile 1896 e il suo vincitore fu Spyridon Louis. Un greco che corse dalla piana di Maratona allo stadio olimpico di Atene (40 chilometri) in 2:58:50.

Tuttavia la distanza variava negli anni, a seconda del circuito che veniva utilizzato, finché nel 1908 alle Olimpiadi di Londra fu modificata.

Pertanto, affinché la gara iniziasse al Castello di Windsor, in modo che la Regina potesse assistere e finisse allo Stadio Olimpico, gli organizzatori furono costretti ad estendere la distanza a 42.195 metri.

Infine nel 1921, l’Associazione Internazionale delle Federazioni Atletiche, stabilì definitivamente che la maratona sarebbe stata di 42.195 metri.

Da allora, le maratone iniziarono a diventare popolari in tutto il mondo. Il prestigio della disciplina, crebbe talmente tanto da diventare oggi un appuntamento fisso delle maggiori manifestazioni sportive e delle olimpiadi.

Inizialmente tutte le maratone erano maschili. Le gare femminili sono iniziate negli anni ’70 e oggi quasi tutte prevedono una modalità femminile. La maratona femminile è stata introdotta per la prima volta nel calendario olimpico alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984.

Le donne e la Maratona

Per un lungo periodo, dopo l’istituzione della maratona olimpica, non ci furono gare di lunga distanza che consentissero la partecipazione delle donne. Nonostante questo, alcune donne come Stamata Revithi si sono avventurate nella distanza della maratona senza essere incluse nei risultati ufficiali.

Marie -Louise Ledru è stata riconosciuta come la prima donna a completare la maratona, un’impresa che fece nel 1918. Dal canto suo, Violet Piercy è riconosciuta come la prima donna ufficialmente cronometrata nella prova nel 1926.

Arlene Pieper è diventata la prima donna a finire ufficialmente una maratona negli Stati Uniti completando la Pikes Peak Marathon a Manitou Springs, Colorado nel 1959.

Kathrine Switzer è stata la prima donna a correre, ufficialmente con un numero di partecipante, la maratona di Boston. Tuttavia, poiché l’anno precedente ( 1966 ) Bobbi Gibb aveva completato la maratona di Boston, anche se ufficiosamente, così anni dopo fu riconosciuta dalla Boston Athletic Association come vincitrice della categoria femminile per l’anno 1966 e per la 1967e 1968.

Nel 2015 l’Afghanistan ha organizzato la sua prima maratona e tra tutti i partecipanti c’era una donna, la 25enne Zainab, che è diventata la prima donna afgana a correre una maratona nel proprio paese.

Abebe Bikila

Abebe Bikila è stato un atleta etiope, due volte vincitore della maratona olimpica. È stato il primo atleta africano a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi.

Olimpiadi di Roma

Bikila ha iniziato a correre all’età di 17 anni, entrò a far parte del gruppo degli eroi nazionali quando vinse la medaglia d’oro alla maratona alle Olimpiadi di Roma del 1960, prova che corse a piedi nudi. In quell’occasione completò la gara in 2h15’16”, stabilendo un nuovo record mondiale.

Olimpiadi di Tokyo

Alle Olimpiadi di Tokyo del 1964, le condizioni fisiche di Abebe Bikila erano piuttosto precarie. Aveva subito un intervento chirurgico di appendicite sei settimane prima della maratona. L’intervento chirurgico influenzò il programma di allenamento per la gara olimpica. Nonostante i problemi fisici Bikila è riuscito a trionfare, stabilendo un nuovo record mondiale: 2h12’12”.

Olimpiadi Città del Messico

Ai Giochi Olimpici del Messico del 1968, Bikila fu influenzato dall’altitudine, per la quale fu costretto ad abbandonare la prova dopo aver percorso 17 chilometri.

Nel 1969 l’atleta Bikila fu coinvolto in un incidente stradale nei pressi di Addis Abeba, in Etiopia, che lo fece diventare paraplegico. Bikila non riuscì mai a riprendersi completamente dall’incidente e, dopo 4 anni di riposo, morì all’età di 41 anni.

In suo onore è stato intitolato lo stadio nazionale di Addis Abeba.

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